sabato 5 aprile 2014


RECENSIONE: LA DAMA E L'UNICORNO

Buon fine settimana a tutti, cari lettori!! Purtroppo da me il tempo si è oscurato, così mi rallegro pubblicando la recensione del primo libro che voglio usare per la Mastereader Challenge, "La Dama e l'Unicorno" (categoria: titolo A-M). 
In questo periodo dell'anno inizio ad avere vogli di sole e primavera,  e soprattutto di vacanze!!! Nonostante abbia girovagato un po' per lavoro nell'ultimo mese, per avere veramente qualche giorno di vacanza dovrò aspettare Pasqua e tutti i vari giorni festivi che seguiranno.... ormai manca poco!!! ^^


Titolo: La dama e l'unicorno
Autore: Tracy Chevalier
Casa Editrice: Neri Pozza
Uscita: 2009
Pagine: 286
Prezzo: 15,50 € 
TRAMA

È un giorno della Quaresima del 1490 a Parigi, un giorno davvero particolare per Nicolas des Innocents, pittore di insegne e miniaturista conosciuto a corte per la sua mano ferma nel dipingere volti grandi come un'unghia, e al Coq d'Or e nelle altre taverne al di qua della Senna per la sua mano lesta con le servette di bell'aspetto. Jean Le Viste, il signore dagli occhi come lame di coltello, il gentiluomo le cui insegne sono ovunque tra i campi e gli acquitrini di Saint-Germain-des-Prés, proprio come lo sterco dei cavalli, l'ha invitato nella Grande Salle della sua casa al di là della Senna e in quella sala disadorna, nonostante il soffitto a cassettoni finemente intagliato, gli ha commissionato non stemmi imponenti o vetrate colorate o miniature delicate ma arazzi per coprire tutte le pareti. Arazzi immensi che raffigurino la battaglia di Nancy, con cavalli intrecciati a braccia e gambe umane, picche, spade, scudi e sangue a profusione. Una commissione da parte di Jean Le Viste significa cibo sulla tavola per settimane e notti di bagordi al Coq d'Or, e Nicolas, che può resistere a tutto fuorché alle delizie della vita, non ha esitato un istante ad accettare. Non ha esitato, però, nemmeno ad annuire davanti alla proposta di Geneviève de Nanterre, moglie di Jean Le Viste e signora di quella casa.Forse perché incantato dalle grazie di Claude, la giovane figlia dei Le Viste, una bellissima fanciulla dall'incarnato pallido, la fronte alta, il naso affilato e i capelli color miele, o forse perché intimorito dagli occhi neri come il ribes di Geneviève de Nanterre, Nicolas ha sorriso quando, nel chiuso della sua stanza, davanti a una finestra aperta che faceva da cornice a una splendida veduta di Saint -Germain-des-Prés, cavalli, Geneviève gli ha ingiunto di non raffigurare cavalli, elmi o sangue sugli arazzi, ma una dama e un unicorno, simboli della seduzione, della giovinezza e dell'amore...

COSA NE PENSO

Ho trovato questo titolo in una cesta di scambio-libri usati, e poichè era da molto tempo che volevo leggere un altro libro della Chevalier ne ho subito approfittato e l'ho raccolto.
La Chevalier è una vera maestra nel romanzare degli avvenimenti storici, e in questo romanzo  prende spunto da un ciclo di arazzi fiamminghi realmente esistenti, realizzati nel XV secolo e conservati all'Hotel Cluny a Parigi, di cui immagina la storia.
Quello che mi ha colpita di più in questo romanzo è il fatto che i veri protagonisti sono gli arazzi: pur non avendo il dono della parola, sono lo spunto per seguire le vicende dei personaggio che li commissionano, disegnano e tessono.
La storia è ambientata tra Parigi e Bruxelles. A Parigi seguiamo le vicende della nobile famiglia Le Viste che commissiona gli arazzi, e soprattutto dello scontro tra la madre, Geneviève de Nanterre, e la loro figlia maggiore, Claude Le Viste, colpevole di essersi infatuata di Nicolas des Innocents, il pittore incaricato di disegnare i disegni per gli arazzi. A Bruxelles invece troviamo la famiglia di tessitori, che devono districarsi tra una commissione da consegnare in tempi rapidissimi, e le rigide regole che la gilda impone loro nella tessitura.
Ogni capitolo segue il punto di vista di un personaggio, e l'autrice è veramente bravissima a farci capire chi sia quella persona, cosa pensi e cosa provi; Nicolas des Innocents, ad esempio, è il personaggio principale, l'unico ad avere ben 3 capitoli a disposizione: sembra il classico sciupafemmine (e in parte lo è), ma è soprattutto il personaggio che simboleggia la libertà, e che libertà vuole anche per gli altri.
Credo che il vero tema di questo libro sia la libertà: la libertà con cui Nicolas vive, ma soprattutto la libertà che tutte le donne inseguono in un'epoca che le vede, al più, come una merce di scambio: la libertà che Geneviève de Nanterre vuole vedere ritratta negli arazzi e che Claude Le Viste reclama per il suo amore, o che Aliénor de la Chapelle desidera nonostante la sua cecità, o ancora la libertà di tessere per Christine du Sablon.
Lo stile è sempre molto scorrevole, la Chevalier descrive benissimo sia il procedimento di tessitura degli arazzi sia la vita dell'epoca: non si nasconde dietro un linguaggio delicato, ma al contrario ne usa uno a volte brutale, violento, che secondo me è perfetto.
Voi l'avete letto, o avete letto un altro titolo della Chevalier?

Stagione: vista la generale malinconia che pervade il libro, io lo abbinerei ad un autunno nuvoloso


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